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domenica 25 marzo 2012

Tirare le somme




Dal diario



25 febbraio 2012 



Arriva un momento in cui si tirano le fila. In cui si mette la quarta marcia. Il viaggio si fa lungo e arduo. Ma è come se fino a ora avessi accumulato, avessi assorbito, avessi osservato, fatto mio ciò che mi veniva dato. Ho inglobato informazioni, ho immagazzinato esperienze,  ho fatto miei insegnamenti altrui. Ho imparato, ho vissuto, ho preso il meglio e il peggio degli altri. Ed è se come tutti questi numeri adesso venissero sommati. Eccolo il totale. E’ come se finalmente tutto quello che ho fatto avesse finalmente un senso. Eì come se il primo dei mille puzzle della vita si fosse completato. E adesso si deve iniziare a farne un altro. Le sensazioni sono bellissime, le paure all’ordine del giorno, ma il senso di sfida, di ignoto mi spingono a tirar fuori quella grinta che non pensavo di avere in questa quantità. E sento che adesso si è formato uno strato, come i miei primi capelli bianchi, che io chiamo esperienza. Adesso creerò nuova esperienza, e questa parte della vita io la adoro. Imparare, fare mio ciò che vedo, e renderlo sottoforma di felicità a chi mi sta vicino. Niente è facile, tutto è da scrivere, ma avere davanti a me un libro bianco da scrivere, è come quando da piccola iniziavo un quaderno nuovo: era una sensazione meravigliosa, soprattutto la primissima pagina, quella era tutto, era determinante, era come se, se avessi sbagliato a scrivere la prima frase, avrei rovinato l’intero quaderno. Adesso i quadretti mi fissano, e io fisso loro. Tutto è da scrivere. Ma non mi sono mai sentita così viva. E questo, sempre, grazie a tutti coloro che fanno parte della mia vita. Tutti, ciascuno con il suo pezzettino di vita, creano un meraviglioso disegno, il mio, e il loro. E spero tanto che un domani, anche una nostra creatura, vedendoci, possa essere orgogliosa di noi.



Cristina

immagine
fonte: http://www.iltesoro.org/2012/02/attraversare-la-muraglia-cinese-tutti-i.html

lunedì 5 dicembre 2011

Memorie


Ci sono persone che rimangono sempre nel luogo di nascita, si spostano, ma non vanno mai via. Ma ciò nonostante non si affezionano a niente. 

Ci sono altre, invece, che viaggiano, emigrano, e il legame alla loro terra si rafforza con ogni chilometro di distanza.

Ci sono emozioni che non si possono ereditare. Ci sono sensazioni che non si possono comprare. 

Chi pensa di voler tutto solo per il fatto di paragonarsi, sbaglia molto. Chi pensa che ogni giorno si debba lottare, e stringere i denti, troverà prima o poi un tesoro. 

Perché le fatiche del passato non torneranno mai per noi, le lacrime sudate dagli antenati non meritano nessuna transazione. Andrebbero preservate nel cuore e nella terra. Che non tutti desiderano coltivare. Che molti preferiscono abbandonare.

Lacrime di tristezza, in un giorno che piange pioggia immortale, come immortali sono i ricordi, i momenti, passati con persone che non torneranno. E quel poco di loro che resta, se ne andrà ancor prima che la terra si sia asciugata. 

Il sole tornerà, sempre, un sole pallido, malinconico, che illuminerà le menti quando sarà troppo tardi per capire ciò che si è perso.

Perché la vita è meravigliosa, ma spesso molto avida. Non permette scelte, impone le proprie assurde regole. Regole che ci siamo creati. E delle quali siamo intrappolati.

Ma il pensiero quello no, non è prigioniero, e chi vorrà lo sentirà, forte, limpido, e vicino a lui. Perché il ricordo, la memoria, quello viene ovunque noi andremo.


martedì 18 ottobre 2011

Benvenuti a LifeLand


Cito dal mio diario:
 

12 agosto 2011 
c’è chi continua a dirmi di scrivere un libro. Mio grande sogno. Ma non so su cosa. Sulla tua vita, mi dicono. Sì? Ma poi a chi lo presento? E la mia vita, sarà abbastanza interessante da leggere? Dicono di sì. Mah, sarà vero? O è solo un punto di vista soggettivo di chi mi sta vicino?

Sta di fatto che è quel sogno là, nel cassetto recondito della mente. E nel frattempo ci inserisco la mia vita davvero, come intermezzo. Una vita che mi sembra sempre più piena. Adesso che mi sono fermata un attimo, in ferie, a pensare. Una vita che non mi sembra mai abbastanza per fare tutte le cose che vorrei. Una vita con un amore della vita vicino, che spero duri davvero. E allo stesso tempo la voglia di provare cose nuove. Nuove avventure, nuove esperienze. Nuovi lavori. Magari. Ma sempre lo dico, e mai lo faccio, di salpare nuovi orizzonti.

Ma se tiro la linea della mia vita fino ad adesso, non posso che esserne soddisfatta. Una famiglia bella, anche se matta come un cavallo. Un amore, vero. Complicità, vera. Risate, vere. Un lavoro che mi ha dato tanto, veramente tanto, mi ha formata per quello che sono oggi, per come mi pongo, come mi vesto, come mi relaziono. Ma che adesso mi sta dando un po’ meno, e forse sarebbe l’ora di tagliare il cordone ombelicale. E volare da sola. Con le mie idee, il mio intuito, il mio istinto. La mia voglia di fare. E di viaggiare. Quasi un anno dall’ultimo viaggio a New York. Nostalgia immensa. Voler vivere all’estero. Ma se così avessi fatto, non avrei il numero di cellulare con il messaggio ancora nel cellulare di un noto giornalista e scrittore italiano, che mi stima. Le mie paturnie, che secondo me sono il mio motore nascosto, perché se si fermano io non do il massimo. Se ritornano, mi accendono la fiamma del voler fare. Il voler fare, che mai si appaga. E quindi vado a fare teatro, incontro nuove persone, faccio un’esperienza nuova, scarico la tensione, imparo ad andare in canoa, regalo un fiore per essere perdonata. Imparo a vivere.
 

Ci siamo davvero. Adesso si vede la vera Cristina. Si è chiusa una porta, voglio aprire mille orizzonti.

venerdì 9 settembre 2011

Saltare


Adoro le sfide. Adoro quella sensazione di indefinito, di nuovo, di non-so-se-ce-la-farò. Perché devo sfidarmi. Anche se ho sempre paura.

E' un momento economico negativo, ormai è sulla bocca di tutti. Ma anche se io mi butto giù, non è nella mia natura farlo completamente. Proprio non ci riesco. 

Il mio cervello frulla. Le idee ci sarebbero. Ma non riesco a dar loro seguito. Ho troppi interessi. E non so come fare. Ogni volta è come se mi dicessero 'guarda questa cosa è bella, che ne pensi...' e io, sì, subito! 

Vorrei essere ovunque. Vorrei vedere tutto. Vorrei fare tutto. Vorrei lavorare ovunque, Vorrei conoscere sempre nuove culture. Vorrei scrivere, vorrei un libro mio.

Vorrei, vorrei...

E voi, cosa vorreste? Al di là delle polemiche nazionali, cosa vorreste davvero dalla vita? O se già la avete, che cosa è?

Vorrei saltare nei vostri sogni, e condividerli, e vorrei che lo stesso accadesse con voi.


Foto copyright http://blog.libero.it/exotika08/

mercoledì 24 agosto 2011

28 anni



Vicino ai trenta. Ancor nella decade dei venti.
Un'isola. Bella.
Le spiagge. Meravigliose.
I tramonti. Mozzafiato.
Fare le sette la mattina al bar del porto dei pescatori, come facevi dieci anni fa, con nuove micizie più piccole di te. E sentirti un po’ la loro ‘guida’. Goderti questi momenti, che però senti che non ti appartengono più come una volta, perché già vissuti, già codificati, e già sistemati, per far posto a nuove esperienze, nuove sensazioni. Ma che comunque sono sempre belli, da vivere, e da ridere.
Guardare un panorama in silenzio, anziché volteggiare fino a tarda mattina. Sorseggiare un caffè al bar con la sorella prima di fare una passeggiata per le strade vecchie della città. Leggere un libro speziato consigliato nella libreria dell’isola, anziché giocare a schiaccia sette in spiaggia.
Conoscere nuove persone, dopo che la tua metà è tornata in città, con cui condividere le tue esperienze con quasi dieci anni di vantaggio. E renderti conto di quante cose hai fatto. E di quanta esperienza si è accumulata. Ma non abbastanza ancora. E capire che questo è il momento per andare avanti, prendere e avere coraggio di saltare verso mete lontane, progetti ambiziosi. Crescere davvero, e sorridere dicendo ‘non ho più l’età per fare queste cose’, ma senza sentirsi 'vecchi'.
Anzi. Sentirsi vivi. Palpitanti. Di una nuova luce, di voglia di nuove cose, di condivisioni. Mettere i piedi nell’acqua alle quattro di notte, facendo attenzione a non inciampare tra la rara nebbia maddalenina. Questa è adesso la vita. Provarci, ma senza inciampare. O forse è l'ora di inciampare. Lasciarsi trasportare. Ecco quindi di nuovo i mille progetti, le mille idee che si affacciano, sperando di dar loro voce. E di farle ascoltare.

domenica 17 luglio 2011

Pensa se non ci avessi provato...


Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. Mark Twain

Se non ci avessi provato, non sarei nata.

Se non ci avessi provato, non avrei mai vinto la borsa di studio che mi porto' da sola a Londra per la prima volta a conoscere un nuovo mondo.

Se non ci avessi provato, non avrei imparato a parlare tre lingue e offrire il caffe' in cinese.

Se non ci avessi provato
, non starei lavorando da sei anni con persone meravigliose.

Se non ci avessi provato, non avrei mai avuto l'occasione di andare a New York per lavoro, per poi tornarci varie volte.

Se non ci avessi provato, non conoscerei tutte le persone che mi circondano e che mi trasmettono ogni giorno qualcosa.

Se non ci avessi provato, non avrei mai pianto davanti ad un quadro per l'emozione.

Se non ci avessi provato, non mi sarei resa conto di quanto e' bella Firenze.


Se non ci avessi provato, non avrei mai accompagnato persone importanti per Firenze.

Se non ci avessi provato, non avrei mai provato l'adrenalina di essere responsabile di me stessa per lavoro.

Se non ci avessi provato, non avrei ricevuto lettere di ringraziamento.

Se non ci avessi provato, non sarei mai salita su di un palco.

Se non ci avessi provato, non avrei mai imparato a guidare una canoa per teatro.

Se non ci avessi provato, non saprei apprezzare la compagnia della mia sorellina e della mia famiglia.

Se non ci avessi provato, non avrei un rapporto cosi' di amicizia con la mia little sister.

Se non ci avessi provato, non sarei mai uscita con la persona che amo da sei anni.

Se non ci avessi provato,
non vivrei con la persona con cui vivo adesso.

Se non ci avessi provato non sarei qui.



Foto: courtesy of Valeria Mariani @ Tenerife, primavera 2011 con Las Teresitas




mercoledì 29 giugno 2011

Lasciamoci stupire ancora

Come Leopardi poeta. Che sa ancora stupirsi della meravigliosa natura, perché il poeta ha in sé l’Innocenza, il sapersi meravigliare, la Fantasia e i Sentimenti di un fanciullo. Il poeta si lascia andare all’aspetto “irrazionale” ed immaginifico e sa cogliere la bellezza e bontà della Natura, rinnovando, contro ogni ragionevolezza, le illusioni antiche.

Lasciamoci stupire ancora.


E mi incanto quando vedo che ci sono ancora persone in grado di farlo. Per vari motivi. Magari sono i nostri genitori, lontani da social network 'tuttosapere tuttofare' che ancora non si capacitano di come usare una macchina fotografica digitale, nè tantomeno un Iphone, Ipod e via discorrendo. Magari sono i nostri nonni, tirati su a pane e sacrifici che si divertono a ballare ancora il liscio vicini vicini, come una volta, e che si meravigliano di veder scritto su un volantino del circolo rionale che ci sarà un 'Dj Dino' a mettere la musica. Magari vedendo persone che decidono di optare per la trattoria dove si va in cucina a sistemare la torta a cinque piani, invece di scegliere il solito catering me-ne-sto-a-sedere-fanno-tutto-loro.


Quanto amo questa ‘non consapevolezza’ della modernità, del dover per forza stare al passo con i tempi con tutto quello che ci viene bombardato alla velocità della luce dalla società. Quanto vorrei a volte non saper riconoscere o fare tante cose, per potermi di nuovo meravigliare a prima vista. Invidio chi ci riesce. E invidio i bambini, quelli che ancora non sono ipnotizzati sul giochino elettronico anche quando sono a cena fuori con i genitori, ignorandoli come se fossero stati generati da un vortice di digits. Capaci di risvegliarsi solo al momento del bisogno.


Mi manca anche la fila alla cabina del telefono, quando si conoscevano amici che ancora oggi rimangono tali. Mi manca cercare sul primo cellulare il tasto messaggio, e non trovarlo perché il mio modello ancora non ce l’aveva. Mi mancano le corrispondenze per lettera cartacea con amiche lontanissime, quando ancora Milano e Roma mi sembravano irraggiungibili. Mi manca veder giocare i bambini con due legni trovati nell’orto del nonno, come facevo io da piccola, costruendola la casa di Barbie che oggi si direbbe ecologica. Mi manca creare il mercatino nel giardino della nonna, e vendere a chi passava, e sventolare le prime cento mila lire ‘guadagnate’ creando il banco più bello. Mi mancano le gite fuori porta con i genitori che ti stressavano portandoti a destra e manca con il monovolume, sottoponendoti a estenuanti ore di autostrada, ma che in questo modo ti hanno iniettato la voglia di viaggiare e scoprire.


Nostalgia e sguardo avanti. In un perfetto Dietrofront.


E cerco così di apprezzare ogni singolo momento di meraviglia, come la mamma che ti regala un piccolo calamaio da scrivania o scrive il biglietto alla sua migliore amica usando le fotocopie a colori, e non Photoshop, come il padre che ti porta a scoprire il Chianti e ti indica dove ha vissuto da piccolo e dove prendeva il bus per andare in piscina, o una sorella, che nonostante l’età della libertà solo e sempre, si diverte con la gattina spericolata. E mentre traslochi per iniziare la tua nuova vita con il tuo lui, ritrovi lettere, messaggi, pagine di giornali, e oggetti. Uno mi ha colpito particolarmente: la mia prima gomma da cancellare del Gatto Silvestro, quasi del tutto usurata, della quale ho ancora il ricordo di prenderla con le mie piccole manine, tutta orgogliosa, dall’astuccio nuovo il primo giorno di scuola elementare. Come si può non meravigliarsi?



Fonti:
nuke.scuolaponti.it/LinkClick.aspx?fileticket=7RZBeT8oFZk%3D

immagine:

http://www.google.it/imgres?imgurl=http://img.fotocommunity.com/photos/5264856.jpg&imgrefurl=http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/5264856&usg=__xGf7-AFtmXAtUJfGdjC7ISmV6zs=&h=525&w=700&sz=98&hl=it&start=0&sig2=AozwUyT5e7iOHkxu6gYv9w&zoom=0&tbnid=PF-rj3EUgMpnDM:&tbnh=105&tbnw=140&ei=kuAKTqj3KsjC8QPDjvGjAQ&prev=/search%3Fq%3Dstupore%2Bbambini%26um%3D1%26hl%3Dit%26client%3Dfirefox-a%26sa%3DN%26rls%3Dorg.mozilla:en-US:official%26biw%3D1465%26bih%3D812%26tbm%3Disch&um=1&itbs=1&iact=rc&dur=171&page=1&ndsp=25&ved=1t:429,r:2,s:0&tx=119&ty=46