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sabato 28 febbraio 2009

Essere o non-essere?

Scrivo questo post perché sono una persona estroversa ma anche tanto timida. Vorrei farmi conoscere al mondo, ma non riesco a saltarci dentro. Sono una spettatrice ma anche attrice della mia vita. Ogni volta che varco la porta è come se entrassi in scena, e girassero il film della mia vita. La regista sono soltanto io. Ma al contrario di quello che diceva Pirandello, non voglio avere maschere. Quando sono in treno adoro osservare le persone: le loro vite, cosa staranno pensando? E gli uomini d'affari? Ma perché si prendono così seriamente? La vita ci propina sin da piccoli tante regole, e ognuno di noi deve cercare di plasmarsi per entrare nella fessura della propria vita. Ma se questa fessura non fosse abbastanza grande per noi? Dobbiamo per forza adattarci? O vogliamo e dobbiamo cercare di farci strada e respirare più profondamente? Siamo davvero ciò che vogliamo? Il signorone tutto tirato e con l'aria non del tutto soddisfatta, può davvero affermare di essere felice di quello che fa? Il ragazzo che è sempre stato pieno di vita, voglia di fare, vuol davvero diventare uno stereotipo? Siamo tutti stereotipi, anche il più anticonformista, che si conforma anche lui alla non-conformità? Essere o non-essere? Vivere è la mia risposta.

giovedì 26 febbraio 2009

La privacy, nell'era della... non-privacy

Sì, la vita nell'era di facebook, o anche, l'amore nell'era di faccialibro (sì, perché qualcuno si lascia e si riprende tramite FB).
Mi ci metto anche io, sì, sono caduta nella rete di facebook. Mi iscrivo e all'inizio ti affascina: che bello, far sapere a tutti chi sei, cosa fai, cosa non fai, cosa fanno gli altri, 'ciacciare' nelle foto altrui, sguinzagliare tra i fatti altrui. Ma è davvero ciò che vogliamo?
Faccialibro è diventato in assoluto il luogo dove misuriamo le nostre vite in base a quelle degli altri. Annulliamo la volontà, e se non si ha una forte autostima e identità, ti sfugge tutto di mano e inizi a correre dietro ai sogni e alle vite degli altri. Faccialibro è l'anti-privacy. Realmente. Mentre io nel mettere le foto mi sono posta 1000 domande: qui si vede una mia amica, e se non vuole essere vista? Qui si vede il mio ragazzo al mare, no, lui non lo vorrebbe mai. E dopo tutto questo pensare, eccomi taggata in decine di foto senza aver dato il famosissimo e preziosissimo consenso sulla privacy...non ricordo, scusate, dove mi sono scordata di firmare? Tanto vige la regola del 'silenzio-assenso', o sbaglio? Ma se provi a fare qualsiasi cosa nella vita reale senza il consenso sulla privacy, ecco, no, devi firmare, compilare, inviare fotocopia del documento, visura camerale, codice fiscale, quante volte respiri, etc...ring, ring, ops, il cellulare, rispondo: 'pronto, sì, ah, la Tim, certo, tutti hanno il mio numero, tanto c'è la legge sulla privacy che mi protegge'. Menomale :)

p.s. Uso Facebook, i miei amici sono pochi e selezionati. La volontà degli altri non posso e non voglio controllarla. Ne faccio un uso consapevole. Ho fatto pace con faccialibro.