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domenica 15 marzo 2009

Una su mille, ce la farà!

Eh sì, io questa volta ci credo, ci credo fermamente. Sto andando dritta come un treno, non mi fermerà nessuno. Ho preso una strada, e quella sarà. Vi è mai capitato di sentire fortemente che quella che avete intrapreso è una strada giusta? Anzi, la strada giusta? Sentite che niente e nessuno potrà fermarvi, avete l'adrenalina a mille, anzi a duemila, le persone intorno sono come spettatori, e voi non li guardate; dritto, vedete solo dritto. Qualsiasi cosa vi venga detto, non ci fate caso, sentite solo la vostra mente dire, sì, tu ce la farai. E i segni del destino finalmente tornano a manifestarsi, quei dots di cui parlavo in uno dei miei primi post, che si manifestano, e non puoi collegarli prima, ma solo dopo. E finalmente ti interessano solo i tuoi interessi, e non guardi niente intorno a te, perché adesso tutto è possibile, riuscirai a far capire a tutti che la tua pazzia, sarà il tuo successo. Che provarci, è ancora davvero una scelta. E cambiare, è veramente un diritto e un dovere verso noi stessi. Ci sono voluti mesi, pensieri continui, visioni sfocate di me stessa, ma credo di avercela davvero fatta. Il cammino sarà lunghissimo, ma tra un anno mi troverà vis-à-vis con me stessa, con una persona cresciuta, soprattutto internamente, e nell'autostima. Mi sento pronta per nuove sfide, e come ho urlato in centro a Firenze, camminando con la Marty accanto, in una splendida giornata di sole ''uno su mille, ce la fa!!!''

Immagine: maipersempre.files.wordpress.com/2009/01/

sabato 14 marzo 2009

'Meme' chiama, Christie risponde!

Acciderbolina, in questo periodo sto veramente cogliendo tutti i segni del 'destino'! Stamattina volevo scrivere un post sulle persone a me più chiare, e poi leggo il blog di Marina, Altezza Reale, e, vengo chiamata a scrivere un 'meme'! Che corrisponde a citare le cose e persone a cui non potremmo rinunciare mai e per niente al mondo. Quindi accolgo con piacere l'invito di Marina e inizio il mio 'meme':

-la mia famiglia, non potrei mai farne a meno, per il sostegno in tutti i momenti 'up and down';
-il mio ragazzo, che è più che importante per me;
-le mie amiche, poche e veramente 'd.o.c.' alle quali devo uno scambio continuo di idee e opinioni costruttive e di tanto divertimento;
-me stessa, e il mio parlarmi e scrivermi, che mi aiuta a capirmi e a migliorarmi (spero!);
-i miei interessi, l'arte ultimamente, e il rincorrere le mostre per Firenze e dintorni (anche Venezia alla biennale!);
-la mia indipendenza, la mia testolina pensante che mi aiuta a sostenere le mie idee;
-le mie passioni, la mia curiosità infinita, e il mio 'non star mai ferma'.

Ecco, credo di aver completato il mio primo 'meme', grazie mille Marina, è stato un onore! E adesso devo girare il testimone? Ops, lo giro alle ragazze del blog e non!


Besitos!!!

lunedì 9 marzo 2009

L'aperitivo, l'equivalente della caccia al cibo!

Era da tanto, davvero tanto che non andavo a prendere l'aperitivo. E credo che qualla di ieri sia stata l'ultima volta. Già entrando credevo di andare in guerra. Farsi strada a forza, a costo della vita. E intanto siamo entrate. Bene, neanche un posto a sedere. No, aspetta, si sono alzate due, corri, anzi, scavalca tutti, a spada tratta, siediti, veloce!!! Ok, ci siamo sedute. Arriva la ragazza del pub, ok, forse il tavolino è riservato. Come riservato? Ok, ci fanno restare. In due a sedere sulla stessa sedia, mmm, molto comodo direi. Va bene, ma che si guardano queste cose per fare l'aperitivo? E' fashion, basta questo. Siamo privilegiate, per lo meno siamo sedute. Ora viene il bello. ''Vado a prendere qualcosa''. Mi alzo, e, stile cacciatore, mi avvento nella calca alla ricerca di...cibo! Mi faccio strada, una gomitata a destra, una a sinistra, allungo il braccio alla ricerca del piattino, la forchetta, cavolo, non c'è più nulla nel vassoio. Provo l'altro lato del bancone, allora di nuovo una gomitata a destra, una a sinistra, mi abbasso, mi allungo (perché non sono alta 1.80?), eccoci, ce la faccio: insalata russa, due pezzetti di pizza; direi un bel bottino. E adesso, oh no, devo tornare indietro, e devo fare il giocoliere con due mini piattini semi-pieni e due forchette. Ecco, adesso difenderò il prezioso cibo che con tanto orgoglio ho cacciato! Mi sento un pò ''Dhonna di Neanderthal''. Adesso farsi strada è ancora più difficile. Arrivo al tavolino. Iniziamo a mangiare. All'improvviso passa la ragazza del pub con nuovi vassoi fiammanti di cibo, la fissiamo. Marty, parti te, io non ce la faccio. Ok, va lei, e prima di addentrarsi mi fa una mossa di rugby, quelle accanto ci guardano male. Già, loro lavorano lì, il mangiare glielo portano direttamente al tavolo, privilegio di poche elette. Torna la Marty, vincente, altro cibo, sì! Sempre difeso con la vita. Mangiamo, e non possiamo fare a meno di ridere. Altri vassoi pieni passano accanto a noi; no io non mi alzo, troppo faticoso questo aperitivo, no, neanche io, dice lei. Sento di essere tornata ai primordi, quando dovevi cacciare il cibo, difenderlo, e mangiartelo pure in piedi, al massimo in terra. No, non sono più ragazza da aperitivo, sarà fashion, sarà cool quanto ti pare, ma mi spiace. Meglio una pizza, fumante, e servita al tavolo. Grazie.

Immagine: www.drinkadrink.com/...//aperitivo-a-casa2.jpg

mercoledì 4 marzo 2009

L'abito non fa il monaco

Solo recentemente ho capito: l'abito non fa il monaco. E lo dico da persona che nel settore del tessile e dell'abbigliamento ci lavora da quattro anni e inizio a intendermi un po' d'immagine. Sono a contatto con persone che di immagine e apparire se ne intendono. Che si vestono molto e sempre bene. E ho identificato due tipologie di persone: quelle che si vestono per apparire ciò che non sono (e alla fine questo salta fuori) e quelle che invece sono signorili e basta, qualsiasi cosa si mettano; queste ultime a loro volta si suddividono in coloro che si abbigliano con stile o quelle che quasi non fanno caso a ciò che indossano. Ma sono sempre dei Signori, con la S maiuscola, in qualsiasi situazione si trovino. Purtroppo l'immagine, se non accompagnata dalla sostanza, alla fine cade, come una maschera. Invece nell'altro caso, possono cadere anche tutti gli abiti, ma rimane una persona rispettabile, sempre. Nel lavoro incontri persone che ti lasciano tanti segni e valori, altri che, firmati da capo a piedi, ti lasciano solo la voglia di non ascoltarli. E spesso se si sottovaluta una persona solo per l'abbigliamento (leggi Ugly Betty, Il Diavolo Veste Prada), si rischia di non fare caso alla sostanza, più ricca che in altri casi. E ne ho la prova materiale, al di là di qualsiasi film. E quindi devo ritornare allo schema mentale dell'apparenza spesso inganna, con la precisazione che però lo stile a la reale signorilità, non hanno abito.

Credits:
www3.varesenews.it