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lunedì 6 luglio 2009

L'Italia di 'ciò che è mio è di tutti'

Fino a prova contraria l'ho scritto io lo scorso anno, ed è andato online: http://www.elle.it/community/content/tu-di-elle/il-lavoro-e-eterno-finche-dura. Ma in Italia ciò che è mio è di tutti, ormai da anni, da prima che io nascessi. Certo, dovrei esserne lusingata, vedere il mio 'articolo', che poi non lo era, erano solo dei miei pensieri scritti (volontariamente, perché mi andava, vorrei sottolinearlo) ad un giornale online che mi piaceva, a cui ero abbonata nella versione cartacea, ma che mi ha un po' delusa, dato che le stesse parole, un anno dopo, sono uscite sul giornale cartaceo firmato da una anonima 'Giulia', che non sono io. Bene, è vero che non si dovrebbe guardare a queste piccolezze, ma nel mio piccolo mi è dispiaciuto, perché so che è così, me lo hanno ripetuto nella lezione sull'ufficio stampa: ''dovrete essere onorate di vedere un vostro articolo firmato da altri, vuol dire che era scritto bene''. Bene, così stanno le cose? Ma io non mollo nel pensare che un giorno la meritocrazia, al di là di un semplice 'pensiero scritto', che qui è sinonimo di un fenomeno più largo, verrà alla fine riconosciuta.

Immagine da http://www.fotosearch.it/IMZ001/szo0039/

3 commenti:

  1. Cara Christie,
    condivido i tuoi pensieri e la tua delusione. Sono portata a pensare che sia la scorciatoia presa da qualche stagista poco rispettosa che surfa nel web e come i criceti immagazzina ciò che poi farà suo.
    E' vero, dovresti essere lusingata per la pubblicazione ma se ci fosse stata la tua firma ci sarebbe stata correttezza e anche la tua soddisfazione.Ti abbraccio!

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  2. Ciao Sissi, ho visto soltanto adesso il tuo commento e apprezzo il pensiero. In origine fu pubblicato su elle.it con il mio nome, poi un anno dopo, forse per scarsità di persone che come me scrivono 'gratis' perché ama esprimere i pensieri, qualcuno ha riusato e messo la sua firma a un pensiero mio. Ma ciò mi ha fatto capire tante cose e non ci ricado. Un abbraccio forte!

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  3. Christie leggo solo ora e resto senza parole, davvero senza parole. Sarà perché scrivo per vivere, ma il problema dello scopiazzamento mi tocca e mi urta quando viene minimizzato e anzi ti fanno il predicozzo quasi dicendoti che devi ringraziare se sei stato copiato. E' una vergogna, specie per una testata così nota. Baci

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