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mercoledì 24 agosto 2011

28 anni



Vicino ai trenta. Ancor nella decade dei venti.
Un'isola. Bella.
Le spiagge. Meravigliose.
I tramonti. Mozzafiato.
Fare le sette la mattina al bar del porto dei pescatori, come facevi dieci anni fa, con nuove micizie più piccole di te. E sentirti un po’ la loro ‘guida’. Goderti questi momenti, che però senti che non ti appartengono più come una volta, perché già vissuti, già codificati, e già sistemati, per far posto a nuove esperienze, nuove sensazioni. Ma che comunque sono sempre belli, da vivere, e da ridere.
Guardare un panorama in silenzio, anziché volteggiare fino a tarda mattina. Sorseggiare un caffè al bar con la sorella prima di fare una passeggiata per le strade vecchie della città. Leggere un libro speziato consigliato nella libreria dell’isola, anziché giocare a schiaccia sette in spiaggia.
Conoscere nuove persone, dopo che la tua metà è tornata in città, con cui condividere le tue esperienze con quasi dieci anni di vantaggio. E renderti conto di quante cose hai fatto. E di quanta esperienza si è accumulata. Ma non abbastanza ancora. E capire che questo è il momento per andare avanti, prendere e avere coraggio di saltare verso mete lontane, progetti ambiziosi. Crescere davvero, e sorridere dicendo ‘non ho più l’età per fare queste cose’, ma senza sentirsi 'vecchi'.
Anzi. Sentirsi vivi. Palpitanti. Di una nuova luce, di voglia di nuove cose, di condivisioni. Mettere i piedi nell’acqua alle quattro di notte, facendo attenzione a non inciampare tra la rara nebbia maddalenina. Questa è adesso la vita. Provarci, ma senza inciampare. O forse è l'ora di inciampare. Lasciarsi trasportare. Ecco quindi di nuovo i mille progetti, le mille idee che si affacciano, sperando di dar loro voce. E di farle ascoltare.

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