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giovedì 26 febbraio 2009

La privacy, nell'era della... non-privacy

Sì, la vita nell'era di facebook, o anche, l'amore nell'era di faccialibro (sì, perché qualcuno si lascia e si riprende tramite FB).
Mi ci metto anche io, sì, sono caduta nella rete di facebook. Mi iscrivo e all'inizio ti affascina: che bello, far sapere a tutti chi sei, cosa fai, cosa non fai, cosa fanno gli altri, 'ciacciare' nelle foto altrui, sguinzagliare tra i fatti altrui. Ma è davvero ciò che vogliamo?
Faccialibro è diventato in assoluto il luogo dove misuriamo le nostre vite in base a quelle degli altri. Annulliamo la volontà, e se non si ha una forte autostima e identità, ti sfugge tutto di mano e inizi a correre dietro ai sogni e alle vite degli altri. Faccialibro è l'anti-privacy. Realmente. Mentre io nel mettere le foto mi sono posta 1000 domande: qui si vede una mia amica, e se non vuole essere vista? Qui si vede il mio ragazzo al mare, no, lui non lo vorrebbe mai. E dopo tutto questo pensare, eccomi taggata in decine di foto senza aver dato il famosissimo e preziosissimo consenso sulla privacy...non ricordo, scusate, dove mi sono scordata di firmare? Tanto vige la regola del 'silenzio-assenso', o sbaglio? Ma se provi a fare qualsiasi cosa nella vita reale senza il consenso sulla privacy, ecco, no, devi firmare, compilare, inviare fotocopia del documento, visura camerale, codice fiscale, quante volte respiri, etc...ring, ring, ops, il cellulare, rispondo: 'pronto, sì, ah, la Tim, certo, tutti hanno il mio numero, tanto c'è la legge sulla privacy che mi protegge'. Menomale :)

p.s. Uso Facebook, i miei amici sono pochi e selezionati. La volontà degli altri non posso e non voglio controllarla. Ne faccio un uso consapevole. Ho fatto pace con faccialibro.

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